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Pasqualina Colitti: Dalla dedizione come OSS al progetto "Un Bimbo per tanti nonni"

Pasqualina Colitti, madre di due ragazzi, è cresciuta e vive tuttora a Milano, dove ha dedicato gran parte della sua vita all’assistenza socio-sanitaria. Nel 2018 ha dato vita al progetto "Un Bimbo per tanti nonni", con l’obiettivo di restituire senso e dignità agli anziani ricoverati nelle RSA, offrendo loro l’opportunità di sentirsi utili e valorizzati. Questo progetto è stato ideato per colmare quel vuoto che spesso affligge il cuore degli anziani: la sensazione di inutilità.

Il progetto si articola in un laboratorio creativo dove gli anziani possono socializzare, stringere nuove amicizie e riscoprire la collaborazione e la creatività. Attraverso la manipolazione di materiali, l’uso dei colori e l’espressione artistica, gli ospiti delle RSA recuperano benessere psicofisico ed emotivo. Le loro creazioni vengono vendute, e con il ricavato è stata adottata a distanza una bambina in Etiopia. Questo gesto ha dato agli anziani uno scopo concreto: con il loro lavoro sostengono una bambina in difficoltà, e ciò ha infuso in loro nuova vitalità, entusiasmo e una rinnovata motivazione per affrontare ogni giornata. Non si alzano più senza una meta, ma con il sorriso, sapendo che il loro impegno ha un significato reale.

Tuttavia, il mio libro non si limita a raccontare la bellezza di questo progetto, ma mette in luce anche una dolorosa realtà: la violenza psicologica che molti anziani subiscono silenziosamente nelle RSA. Spesso, per paura di ripercussioni, gli anziani non raccontano le loro sofferenze ai familiari. Nel libro, riporto testimonianze autentiche di anziani che hanno vissuto momenti di grande tristezza e frustrazione, trattati non come esseri umani bisognosi di cura e affetto, ma come numeri. Troppo spesso, questi anziani diventano valvole di sfogo per operatori sopraffatti da problemi personali o da condizioni lavorative stressanti, come il mobbing o il bullismo da parte di colleghi o superiori.

Proprio per questo, sostengo con forza l'installazione di telecamere in tutte le RSA. Questo permetterebbe di proteggere gli anziani dagli abusi e di identificare chi non è idoneo a svolgere un lavoro così delicato. Il lavoro dell’OSS è fisicamente e mentalmente faticoso, ma quando viene svolto con amore e empatia, il legame che si crea con gli anziani è inestimabile. Un sorriso offerto a un anziano può restituire tre sorrisi indietro. Molti di loro sono soli, dimenticati per mesi, e l'affetto degli operatori diventa per loro una preziosa fonte di conforto e speranza.

Con questo libro ho voluto dare voce alla sofferenza degli anziani e lanciare un messaggio forte ai figli: non abbandonate i vostri genitori. Visitateli spesso, ascoltate ciò che hanno da dire, perché anche chi soffre di Alzheimer riconosce chi li tratta con amore e chi no.

Vi invito a visitare il mio blog, dove esploro in profondità la vita degli anziani nelle RSA e discuto di questi temi cruciali. Ho avuto anche l’opportunità di parlare di questo argomento in un’intervista su Radio Story Time.

Il mio blog: www.loss-che-fa-la-differenza.it

Vi invito caldamente a leggere il mio libro per comprendere davvero cosa accade dietro le porte di quelle strutture che spesso vengono presentate come "alberghi" per i vostri cari, ma che, purtroppo, sono ben lontane dall'esserlo.

Acquista il libro su Amazon: www.Amazon.com/author/pasqualinacolitti8

MI PRESENTO

Il mio percorso di vita: dall'imprenditoria alla dedizione come OSS

E’ un percorso davvero ricco di esperienze e trasformazioni importanti. La mia testimonianza di resilienza e la  lotta per dare voce agli anziani vulnerabili sono potenti.

Mi chiamo Pasqualina Colitti, sono nata il 24 dicembre 1961 a San Severo (FG), ma Milano è la città in cui sono cresciuta, ho completato i miei studi e dove attualmente vivo ed esercito la professione che amo: quella di Operatrice Socio-Sanitaria (OSS). Tuttavia, questa carriera non ha sempre fatto parte della mia vita.

Sin da bambina, il mio sogno era diventare infermiera. Tuttavia, mia madre scelse per me un percorso diverso, iscrivendomi a ragioneria. A soli 19 anni, mi ritrovai imprenditrice, fondando una piccola azienda che gestivo in ogni aspetto, inclusa l’amministrazione.

Dal 1980 al 2006, la mia azienda ha prodotto accessori moda smaltati a mano per borse, scarpe, cinture e bijoux, collaborando con importanti stilisti e realizzando gadget per marchi come Walt Disney, Warner Bros e McDonald's. Tra i miei successi, ricordo con orgoglio la creazione della mascotte "Ciao" per i Mondiali di Calcio del 1990. Erano anni intensi, dove la passione e la dedizione rendevano ogni sfida un'opportunità.

Tutto cambiò dopo l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001: il mercato subì un brusco arresto e la concorrenza estera divenne insostenibile. Con grande dolore, decisi di chiudere l'azienda, un'esperienza che vissi come una vera amputazione. Dire addio a ciò che avevo costruito con fatica e amore fu devastante.

Dopo la chiusura, accettai un impiego presso l'ufficio cimiteriale di San Donato, dove mi occupai di estumulazioni e inumazioni. Qui superai la mia paura della morte e risolsi problemi amministrativi che le mie colleghe non erano riuscite a gestire per anni, come la confusione nelle lapidi degli ossari. Successivamente, lavorai come amministratrice contabile presso una rinomata cooperativa grafica a Monza, affrontando sfide legate a malversazioni del precedente management.

Nel dicembre 2008, fui costretta a sottopormi a un delicato intervento al cuore, che portò all'impianto di una valvola aortica e di un pacemaker. Durante la mia lunga degenza ospedaliera, mio marito intraprese una relazione con una donna, madre di un compagno di scuola di nostro figlio. Scoprii il tradimento attraverso un messaggio destinato a lei: "Alla mia Stefania, sei splendente come un diamante". Fu una pugnalata al cuore, ma nonostante il dolore, capii che dovevo rialzarmi per i miei figli.

Fu in quei momenti difficili che l'attenzione amorevole di un OSS mi aiutò a ritrovare la forza. Decisi allora che, se mai avessi cambiato lavoro, sarei diventata OSS. Desideravo restituire quell’empatia e quel supporto che avevo ricevuto in un momento così vulnerabile della mia vita.

Al mio ritorno al lavoro, scoprii che la cooperativa era stata gravemente danneggiata dai soci durante la mia assenza. Decisi di lasciare quell’impiego e dedicarmi alla mia nuova vocazione: diventare OSS.

Oggi, svolgo questa professione con passione e ricevo gratitudine dagli anziani che assisto a domicilio. Tuttavia, i sei anni trascorsi nelle RSA mi hanno lasciato un segno indelebile. Ho assistito a episodi di infermieri che trattavano gli anziani con disprezzo e violenza psicologica, e a superiori che abusavano del loro potere sugli operatori più giovani. Le RSA sono spesso dominate dal nonnismo, dove chi adula i superiori avanza, mentre chi lavora con etica e professionalità rimane in disparte.

Questa esperienza mi ha spinto a scrivere il mio libro "La violenza non è solo fisica", in cui affronto il tema della violenza psicologica sugli anziani nelle RSA. Potete trovare maggiori informazioni sul libro e una mia video intervista su Radio Story Time direttamente sul mio blog, dove continuo a dare voce agli anziani vulnerabili e a raccontare la mia storia.